10 falsi METEO miti da sfatare per vivere meglio e più a lungo

Un fulmine si schianta su una pianta, facendola saltare letteralmente in aria

10 falsi METEO miti da sfatare – Soprattutto per vivere più a lungo diremmo, a giudicare dal video in fondo all’articolo.

Leggendo la stampa americana, ho potuto constatare che molte delle loro false credenze e delle loro “misconception” riguardanti la meteorologia, sono uguali alle nostre.

Ma non tutte, in realtà; alcune di esse riflettono evidenti differenze che ancora permangono tra la società statunitense e quelle dei paesi europei.

Balza subito all’occhio il punto numero 4 per esempio. I meteorologi non sono solo in TV.

Ovvio direte voi; eppure per loro non dev’essere così scontato.

Forse perché, mentre in Italia le previsioni del tempo in televisione sono del tutto marginali, negli USA monopolizzano un ampissimo spazio del palinsesto televisivo.

Non si tratta solo di passione per la meteorologia, ma anche di necessità. Visto che i fenomeni atmosferici che sferzano i vasti territori gli stati dell’unione, fanno impallidire quelli nostrani.

Tra uragani, tifoni, nevicate spettacolari e Tornado F4, se non addirittura F5, in grado di raggiungere venti superiori ai 400 km/h, direi che c’è di che discutere.

Dunque non ci resta che elencare le seguenti 10 affermazioni che corrispondono al vero e sfatano alcuni deifalsi miti meteo più comuni nella società americana:

  1. I lampi di calore NON esistono. In casi particolari, si osservano dei lampi in cielo senza poterne udire il tuono. Sebbene la credenza popolare li identifichi come dovuti al calore, in realtà i lampi di calore non esistono. Essendo che la luce viaggia più velocemente del suono, si sta semplicemente vedendo un fulmine da una tempesta troppo lontana per sentirne il tuono.
  2. Un giorno più caldo della norma NON conferma la tesi del cambiamento climatico, così come un giorno più freddo e nevoso non la confuta. I cambiamenti climatici si misurano in realtà attraverso complesse statistiche e misurazioni.
  3. Le scie chimiche sono in realtà una semplice rappresentazione della fisica. Non il frutto di una cospirazione governativa. Massoni ed illuminati, una volta tanto, parrebbero estranei alla vicenda. Il processo che sta alla base della formazione di una scia chimica, è in qualche modo riconducibile a quello del respiro che condensa in una giornata fredda.
  4. I meteorologi non sono solo in TV. In effetti, la maggior parte dei meteorologi non ci stanno proprio in TV. Gran parte di loro (si parla degli USA) lavora per il National Weather Service, in società private, agenzie governative e società di consulenza. Secondo le statistiche della American Meteorological Society, meno del 10% dei meteorologi lavora in TV.
  5. Ripararsi sotto gli alberi durante un temporale è la cosa PEGGIORE che si potrebbe fare. Uno dei posti meno indicati dove stare quando lampeggia.
  6. Termini come Polar Vortex, El Nino, La Nina NON sono termini nuovi. Questi termini sono ormai parte integrante della letteratura scientifica e dei libri di testo meteorologici da molti decenni.
  7. Troppa fiducia nelle previsioni delle emoji. Soprattutto in situazioni meteorologiche in rapida evoluzione e/o pericolose per la vita, è meglio consultare le fonti meteorologiche ufficiali. Oppure quelle che si ritengono più attendibili e aggiornate più di frequente. Beh… diremmo che si tratta di un assist che non possiamo perdere; inutile ricordare che la nostra App, si occupa proprio di questo!
  8. I “tropici” NON sono tranquilli come si potrebbe immaginare. Molte persone tendono ad associare i tropici a posti tranquilli e paradisiaci. In realtà, tifoni e uragani hanno origine proprio a latitudini tropicali.
  9. Clamore e sensazionalismo mediatico ci stanno un po’ sfuggendo di mano. E qui direi che “tutto il mondo è paese“! Un noto meteorologo americano, qualche tempo fa, attaccò uno scienziato della NASA il quale definiva El Ninosimile a Godzilla” per enfatizzarne la crescita. Molti meteorologi si indignarono per l’uso eccessivo del termine. Secondo Jason Samenow di Capital Weather, un simile termine presta il fianco alla cosiddetta “sindrome del lupo“. Sindrome solitamente sfruttata ad arte da gente senza scrupoli per generare clamore e scalpore su internet ed i social. Pur considerando legittime le “campagne pubblicitarie” dei siti meteo sul web, incoraggiava i colleghi a mantenersi più sobri. Aggiungendo che gli sarebbe piaciuto invece assistere a discussioni così energiche, su temi più seri come i cambiamenti climatici, ormai sotto gli occhi di tutti. (Decisamente MAIN STREAM!)
  10. Il termine “Weather Girls” dovrebbe essere abolito: le Weather Girl, sono in pratica le nostre Meteorine. Le “signorine buonasera” del meteo. “Molti dei miei colleghi di sesso femminile sono scienziati esperti e laureati” afferma un meteorologo, mentre impazza la polemica oltreoceano. Termine considerato ormai fastidioso e datato, negli States. E in Italia?

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