Buco dell’ozono oggi 2019 – Quali sono le cause che hanno portato alla sua formazione e qual’è la situazione attuale.
L’atmosfera è composta da 5 strati: troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera, esosfera. A circa 15-40 km di altitudine è situata l’ozonosfera, contenuta nella parte più bassa della stratosfera. L’ozonosfera risulta di estrema importanza per la vita sulla terra. Quando la radiazione solare attraversa il suo strato di ozono, alcune molecole di UV vengono infatti assorbite. Si riduce così la quantità di queste particelle che riescono a raggiungere la superficie terrestre.
NB: i raggi ultravioletti (UV) sono una radiazione elettromagnetica prodotta dal sole. Essi sono responsabili delle nostre “amate abbronzature”, ma rappresentano anche la causa principale dei tumori della pelle.
Buco dell’ozono: definizioni, ricerca
Quando parliamo di buco dell’ozono intendiamo l’assottigliamento dello strato di ozono presente nella stratosfera. Questo fenomeno ebbe inizio tra il 1970 e il 1990 a causa di alcuni composti capaci di catalizzare reazioni ozono-distruttive, ovvero il cloro e il bromo. Questi ultimi sono stati emessi in atmosfera, perlopiù dall’azione umana. Uno dei colpevoli principali è il freon, un gas applicato come fluido refrigerante nei cicli frigoriferi. Fu bandito grazie al Protocollo di Montreal del 1987 insieme a clorofluorocarburi (CFC) e idrofluorocarburi (HCFC). foto
Buco nell’ozono: come si crea?
L’ozono si forma principalmente all’equatore durante il periodo primaverile, a causa della radiazione solare più intensa che caratterizza quel periodo dell’anno.
Grazie alla circolazione atmosferica, esso migra poi verso i poli. Al Polo Sud (Antartide) la diminuzione di ozono è arrivata al 71%; al polo Nord (Artide), invece, fino al 29 %. Questa difformità è causata dalle temperature molto più rigide presenti in Antartide.
I clorofluorocarburi danneggiano l’ozono: perché?
Ai poli sono presenti delle nubi stratosferiche, che si formano all’interno del vortice polare.
Al loro interno avviene la formazione di grandi quantità di cloro allo stato gassoso (Cl2), che origina dai clorofluorocarburi (CFC), capace di scindere i legami dell’ozono.
Quando avviene la rottura del vortice polare, in primavera, si verifica una maggior distruzione di ozono da parte dei CFC. In tarda primavera le nubi polari stratosferiche scompaiono, i meccanismi di distruzione dell’ozono si arrestano e il buco cerca di colmarsi.
Maggiore è la quantità di molecole di ozono distrutte, più alta sarà la percentuale di raggi UV che riescono a raggiungere la superficie terrestre.
Si sta chiudendo il buco nell’ozono?
Il buco dell’ozono si sta chiudendo e lo strato d’ozono potrebbe essere interamente ripristinato entro il 2060.
Secondo alcuni studi, lo strato si sta ricompattando ad una media decennale di circa il 3%. Questo comporterebbe un ripristino totale entro il 2030 nell’emisfero settentrionale ed entro il 2050 in quello meridionale, dove il danno è maggiore. (foto).
Inoltre nel gennaio 2018 la NASA ha reso noto che il buco dell’ozono si è ridotto di circa il 20% a partire dal 2005.
NB: Negli ultimi anni in CINA c’è stato però un preoccupante aumento delle emissioni di CFC, che ha rallentato il processo di chiusura del buco dell’ozono.
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23 anni, laureando in fisica dell’atmosfera a Roma Tor Vergata. Innamorato della meteorologia sin da piccolo. Attratto fortemente da fenomeni estremi. Mi occupo principalmente di articoli didattici con la speranza di rendere questa scienza comprensibile a tutti.