Cambiamenti Climatici e Migrazioni in Africa: una colossale polveriera

Cambiamenti Climatici e Migrazioni in Africa: una colossale polveriera

Cambiamenti Climatici e Migrazioni di massa in Africa – Abbiamo fatto di recente alcune ricerche sulla condizione demografica e climatica in Africa.

Ebbene sono emersi alcuni aspetti tanto interessanti quanto pure piuttosto inquietanti. Ne elenchiamo alcuni.

  • Nel 1990 la popolazione africana era di poco superiore ai 631 Milioni di abitanti.
  • Nel 2019 la popolazione africana ha raggiunto il Miliardo e 308 Milioni di abitanti. Più del doppio, in meno di 30 anni.
  • Dall’inizio dell’anno ad oggi, Giugno 2019, la popolazione africana è cresciuta di 11 Milioni e 212 Mila abitanti. Più di Lombardia e Trentino messi insieme.
  • Si prevede che nel corso dei prossimi 30 anni, il trend di crescita demografica del continente africano non subirà modifiche degne di nota. In pratica la popolazione africana raddoppia ogni 30 anni.
  • Negli ultimi decenni, centinaia di milioni di persone si sono nel frattempo trasferite dalle zone rurali, savane e foreste africane alle grandi megalopoli.
  • Le suddette metropoli, se da un lato riflettono la modernità di facciata della globalizzazione, dall’altro sono composte per più di due terzi da baraccopoli e bidonville.
  • Milioni di persone hanno inoltre scelto la via della migrazione. Negli anni settanta-ottanta le rotte migratorie erano perlopiù dirette verso sud, nei decenni a seguire hanno iniziato a rivolgersi verso nord.

Le cause principali delle migrazioni nel continente africano

Tra le cause che stanno alimentando in questi anni flussi migratori che rischiano di divenire epocali, vi sono i cambiamenti climatici, la siccità, le carestie, la scarsità di cibo, l’instabilità politica e i conflitti etnico-religiosi.

La siccità

Kenia, Namibia, l’intera regione del corno d’Africa, quella pre-desertica del Sahel.

Sono solo alcune delle aree colpite, in Africa, da periodi di siccità che hanno devastato i raccolti.

Condizione che ha minato ulteriormente le già precarie condizioni economiche di un continente cresciuto sì, economicamente negli ultimi decenni, ma in maniera disomogenea.

La Regione del Sahel

Tra le regioni dell’Africa subsahariana più afflitte dalla siccità e dall’instabilità politica, il Sahel occupa indubbiamente un posto di rilievo.

La Regione del Sahel si estende tra l’Oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est, lungo il confine meridionale del Deserto del Sahara. Si tratta di uno dei luoghi più poveri del pianeta.

Fonte (it.wikipedia.org)

Il Sahel è considerato uno dei posti sulla Terra, in cui l’impatto dei cambiamenti climatici si è rivelato più drammatico.

Milioni di abitanti che vivono in questa regione, affrontano ogni giorno siccità e mancanza di cibo, le quali alimentano instabilità politica che porta a conflitti armati.

Il terrorismo islamico

A rendere ulteriormente esplosiva la situazione vi sono i numerosi gruppi armati di matrice terroristica jihadista. Nel nord a maggioranza islamica della Nigeria per esempio, il territorio è presidiato da Boko Haram.

Si tratta di un’organizzazione terroristica fortemente ostile allo stile di vita occidentale. Tant’è che, la traduzione letterale dei due termini Boko e Haram dalla lingua locale recita: l’istruzione occidentale è proibita.

E così: violenze, rapimenti, attentati e persecuzioni contro i locali di diversa fede religiosa, rappresentano un ulteriore fattore di incentivo a seguire la via della migrazione.

I cambiamenti climatici

Negli ultimi anni un altro fattore si è fatto sempre più stringente nell’accelerare il processo di urbanizzazione e di migrazione della popolazione africana.

I cambiamenti climatici, non si manifestano solo sotto forma di siccità sempre più estese e persistenti, ma anche attraverso i cicloni tropicali.

Il Ciclone Idai

A metà Marzo 2019 il ciclone Idai, ha duramente colpito alcuni stati dell’Africa orientale, in particolare Mozambico, Malawi e Zimbabwe.

Il ciclone tropicale, il più forte degli ultimi 20 anni, ha lasciato dietro di sé inondazioni, morte e distruzione. Tra distese di acqua a perdita d’occhio e territori inondati, si è venuta a creare una grave emergenza umanitaria.

Emergenza non soltanto legata alle centinaia di morti e migliaia di sfollati, ma anche al rischio di epidemie di colera e malaria.

Abbiamo quindi milioni di persone, che spinti da catastrofi climatiche, instabilità politica, conflitti etnico-religiosi, fame e carestie si trasferiscono nelle grandi megalopoli africane.

Le suddette metropoli, come detto rappresentano un po’ una sorta di specchietto per le allodole.

Celano l’illusione di trovare una nuova terra promessa dove realizzare i propri sogni. Migliori condizioni di vita per sé e la propria famiglia sul modello occidentale.

Illusione che per i nuovi arrivati, si infrange contro immense distese occupate da baraccopoli e bidonville.

E così, quell’esodo dalle zone rurali verso le grandi megalopoli africane, iniziato negli anni ’70, prosegue spesso lungo le rotte migratorie che portano dall’Africa subsahariana all’Europa, attraverso il Mediterraneo.

Conclusioni

La nostra preoccupazione è determinata da una semplice domanda che ci poniamo.

Ma se in Africa, l’attuale disastro climatico, ambientale, demografico, etnico-religioso, sociale ed economico si sta consumando con una popolazione di 1 miliardo 308 milioni di persone

Quando fra 30 anni, con ogni probabilità, la popolazione africana sarà raddoppiata e i cambiamenti climatici più devastanti di quanto non lo siano già ora, che cosa accadrà?

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