CORONAVIRUS: Occhio all’Emilia Romagna; i numeri NON tornano

CORONAVIRUS: Occhio all'Emilia Romagna; i numeri NON tornano

CORONAVIRUS: Occhio all’Emilia Romagna – Da un po’ di tempo a questa parte stiamo notando un costante e notevole aumento dei casi di positività al coronavirus in Emilia Romagna.

E sin qui nulla di strano, visto che si tratta di una delle regioni più popolose e dinamiche dal punto di vista economico; e dunque anche più aperta alla globalizzazione e maggiormente esposta al rischio contagio, da fattori esterni.

I numeri non tornano

Tuttavia, abbiamo provato in questi giorni a rielaborare, in termini percentuali, i numeri che quotidianamente l’OMS ci fornisce riguardo all’epidemia; ci riferiamo in particolare ai tamponi effettuati, ai casi di positività al virus scoperti, ai guariti e ai deceduti.

Ebbene osservando la tabella di seguito, non possiamo non notare alcune apparenti incongruenze.

Il 21.76% degli emiliani sottoposti al virus test, sono risultati positivi contro il 3.42% dei veneti. Sarà forse per questo che ne fanno di meno, di test?

E’ certamente vero che in termini assoluti i contagiati da coronavirus in Emilia Romagna sono molti di meno che in Lombardia. Tuttavia, se guardiamo al numero di tamponi eseguiti, ecco che emerge una evidentissima differenza.

In Emilia, sono poco più di un quinto di quelli eseguiti in Lombardia, a fronte di una popolazione che è la metà di quella lombarda. E dunque circa 1 tampone su 1780 abitanti in Emilia contro gli 823 della Lombardia.

La cosa si potrebbe spiegare con il dato oggettivo che l’epidemia da coronavirus in Emilia si è diffusa dopo che in Lombardia. Tuttavia c’è un altra macroscopica stranezza che balza subito all’attenzione.

La percentuale di positivi al virus, rispetto al numero totale dei tamponi eseguiti

Queste percentuali, sempre per quanto riguarda l’Emilia Romagna, ma anche le Marche, sono notevolmente superiori (fino al doppio) rispetto a quelle della Lombardia, che è il focolaio d’Italia.

Ma se questo raffronto lo facciamo con i dati della regione Veneto, ecco che il rapporto risulta impietoso, addirittura di 6-7 a 1. Ovvero, le percentuali di soggetti trovati positivi al virus (rispetto al totale dei tamponi eseguiti) in Emilia Romagna e nelle Marche sono dalle 6 alle 7 volte superiore che in Veneto.

Perché questa apparente incongruenza?

Siccome 1 infetto su 5, è obiettivamente diverso che 1 infetto su 30, diremmo che i casi possono essere due:

  1. Gli emiliano-romagnoli sono più bravi dei lombardi ad individuare le persone infette; meno tamponi dunque ma più mirati, adottando protocolli più restrittivi in tal senso.
  2. Gli emiliano-romagnoli, al pari dei francesi e dei tedeschi sono più furbi e fanno meno tamponi, in modo tale che, ad essere rimpatriati dalle Mauritius siano i lombardi e i veneti (che hanno peraltro percentuali infinitamente minori di positivi rispetto agli emiliani).

Purtroppo, verità assolute non ne abbiamo in tasca; possiamo solo leggere i numeri e farci qualche domanda.

ENRICO FACCHINETTI