Corrente del Golfo: sta rallentando? Possibili conseguenze sul clima

Corrente del Golfo: sta rallentando? Clima e possibili conseguenze

Corrente del Golfo – Cos’è e come potrebbe sconvolgere il clima mondiale.

La Corrente del Golfo è una potente corrente oceanica. Nasce dal Golfo del Messico, scorre sino in Florida e lungo la costa orientale degli Stati Uniti, attraversa l’Atlantico e si dirige verso l‘Irlanda, il Regno Unito e l’Europa.

Ha un’importanza fondamentale per il clima poiché contribuisce a ridistribuire il calore verso i Poli. Essa può essere definita come un grande fiume di acqua calda che garantisce un clima non troppo rigido in Europa.

Questa corrente nasce nel Golfo del Messico e risale verso Nord, con una velocità di circa 9 km/h. Quando arriva alle nostre latitudini, tende ad evaporare e quindi ad aumentare la temperatura atmosferica.

Il suo cammino continua sino in Scandinavia, dove libera calore, facendo sì che queste zone non siano attualmente ricoperte dai ghiacciai.

L’azione mitigatrice della Corrente del Golfo
(Fonte: http://www.webalice.it)

Il suo percorso si conclude nel Circolo Polare Artico dove la corrente diviene via via più fredda e densa a causa del contatto con i ghiacci. Sarà quindi costretta ad inabissarsi.

NB: L’acqua fredda e salata è molto più densa e quindi pesante rispetto alle acque calde con bassa salinità.

Corrente del Golfo: perché dovrebbe rallentare?

Questo “nastro trasportatore” potrebbe essere fermato a causa del cambiamento della salinità del mare.

Infatti se la corrente arrivasse al Polo Artico con una bassa salinità, la densità di quest’acqua “dolce” diminuirebbe, così come il suo peso. Con una densità e un peso inferiori, non potrebbe più sprofondare e dare quindi vita ad un nuovo ciclo.

Gli studiosi hanno rivelato che questo fenomeno di rallentamento si è già verificato migliaia di anni fa. Ad esempio, circa 11.000 anni fa, la fusione di estesi ghiacciai causò il rallentamento della corrente del Golfo.

Una delle conseguenze dell’evento fu il raffreddamento del clima europeo per un periodo di circa 1.000 anni. Un’ipotesi simile è stata avanzata anche per spiegare la “Piccola era glaciale“.

La situazione attuale

Alcuni ricercatori pensano che la Corrente del Golfo nella sua direttrice Sud- Nord sia già in fase di rallentamento e che non sia mai stata così “debole” da circa 1.600 anni.

Con l’avvento dell’industrializzazione, il flusso “caldo” ha cominciato a diminuire di intensità. Tale calo è una diretta conseguenza dello scioglimento della calotta artica e dei ghiacciai di tutto il mondo, che provocano, a loro volta, il riversamento di acqua dolce nei mari.

In questo modo la corrente si indebolisce poiché il rimescolamento tra l’acqua salata marina e quella dolce derivante dallo scioglimento dei ghiacciai, impedisce all’acqua di diventare sufficientemente densa per andare a fondo.

In sostanza, l’acqua trasportata dalla corrente del golfo, diventando via via meno salata a causa dello scioglimento dei ghiacci, perderebbe di densità, e una volta raggiunto il Polo, non sprofonderebbe. Il mancato sprofondamento della suddetta corrente, interromperebbe un ciclo che ha garantito negli ultimi millenni, un clima particolarmente mite a tutta l’Europa Nord-Occidentale.

Gli ultimi studi

Gli ultimi studi hanno però evidenziato l’importanza anche di un altro fattore: l’oceano aiuta a trattenere calore e anidride carbonica (CO2) nei suoi fondali, sottraendoli all’atmosfera.

Se la corrente dovesse rallentare verrebbe meno anche l’immagazzinamento del calore e dei vari gas serra negli abissi dell’oceano. La conseguenza diretta di un simile scenario, sarebbe quello di un rapido aumento delle temperature a livello globale.

Qualcosa di simile, su scala ridotta, avvenne tra il 1975 ed il 1998, quando la corrente del golfo rallentò sensibilmente facendo registrare una concomitante impennata delle temperature medie superficiali su tutta la Terra.

In conclusione possiamo allora dire che il rallentamento della corrente del Golfo se da un lato potrebbe incidere sul clima europeo, dall’altro potrebbe all’opposto far aumentare ulteriormente la temperatura del nostro pianeta.

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Flavio Laudenzi