Ghiacciai e riscaldamento globale: un lavoro di ricerca pubblicato sulla rivista internazionale Science of The Total Environment ha dato dei risultati in controtendenza rispetto all’andamento delle temperature globali!
Qual è stata l’area di studio?
Il Nanga Parbat è situato nella regione del Kashmir, in Pakistan e, con i suoi 8126 metri, si annovera tra le montagne più alte della Terra.
Dal punto di vista climatico, la regione presenta molte particolarità che dipendono soprattutto dall’altitudine. Infatti, se alle quote più basse l’area è caratterizzata da un clima sub-tropicale, a quelle più elevate predomina un clima alpino estremo.
Cosa è stato studiato? Come?
Gli autori di questo studio, combinando fotografie storiche, rilevi e mappe topografiche con i dati attuali, hanno ricostruito i cambiamenti subiti dai ghiacciai fin dalla metà del 1800.
Infatti, a differenza di altre aree himalayane, il massiccio del Nanga Parbat è l’unico che possiede una folta documentazione storica, in parte scaturita dalle diverse scalate che si sono succedute, fin dal 1856.
Inoltre i dati satellitari, disponibili dagli anni ’60, hanno permesso il confronto delle immagini e il conseguimento di alcuni risultati sorprendenti.
I Risultati!
Dal confronto delle immagini, i ghiacciai del Nanga Parbat hanno evidenziato un tasso di ritiro significativamente più basso rispetto alle altre regioni himalayane. E tra di essi, il ghiacciaio Rupal è stato l’unico a registrare un tasso di ritiro più alto.
Secondo gli autori, la posizione geografica del Nanga Parbat potrebbe giocare un ruolo importante nel definire il basso ritmo di contrazione dei suoi ghiacciai.
In particolare, sembrerebbe essere la sua posizione molto vicina alla catena del Karakorum la principale indiziata; gli autori ipotizzano infatti che i ghiacciai del Nanga Parbat possano rientrare all’interno della cosiddetta “Anomalia del Karakorum“.
Si parla di Anomalia del Karakorum in quanto in tale catena montuosa, situata a nord-ovest dell’Himalaya, non si registra un significativo ritiro della superficie ghiacciata da almeno trent’anni. Anzi, nello stesso periodo, le temperature medie registrate nella zona, hanno segnato una notevole diminuzione di ben 1,5° C.
Ma quali sono le reali cause di tale anomalia individuate dagli autori della ricerca?
Ebbene, tra le possibili cause ipotizzate c’è:
- l’aumento delle precipitazioni ad alta quota
- la particolare protezione del ghiaccio derivante dalla cospicua copertura di detriti che caratterizza i ghiacciai del Nanga Parbat
- il flusso costante di valanghe, favorito dai pendii ripidi propri dell’area montuosa del Nanga Parbat.
Si pensa che anche nei prossimi anni, tale trend in controtendenza possa continuare a caratterizzare il Nanga Parbat; un’eccezione questa, aimè ampiamente confermata dalla regola, ormai sempre più a tutti (o quasi…) evidente.
La Redazione di Meteodrome
Nato a Martina Franca (TA) il 17/11/1988 consegue la laurea magistrale in Scienze Geofisiche presso l’Università degli Studi di Bari con una tesi di laurea in ambito climatologico. Consegue la certificazione DEKRA di Meteorologo il 04/12/2020. Attualmente collabora con Meteo Drome in qualità di Meteorologo, articolista e consulente.