La Grandine: come si misurano dimensioni e intensità

La Grandine: come si misurano dimensioni e intensità

Come si misura la grandine: il grelimetro Per misurare la grandine è di fondamentale importanza avere una fitta rete di osservazione.

Essa, dev’essere costituita da personale opportunamente addestrato a rilevare alcune info come la località, il giorno e l’ora dell’evento.

Ma anche la grandezza dei chicchi, la durata, l’area colpita e lo strato (eventualmente) lasciato al suolo.

La grandine si presenta a chiazze ed in corridoi irregolari e disomogenei.

Per questo è molto importante che vi sia una buona rete di osservazione e classificazione “umana”, prima ancora di avere a disposizione qualsiasi altro strumento di misura automatico.

Come si misura la grandine? Il grelimetro

Uno strumento che permette di rilevare la grandezza dei chicchi caduti e l’intensità del fenomeno, anche in mancanza di un osservatore dedicato, è il grelimetro.

Il grelimetro è costituito da un pannello di polistirolo ricoperto da un sottile foglio di alluminio montato su di un supporto che lo espone all’impatto con i chicchi di grandine su di un piano orizzontale.

I chicchi di grandine lasciano sul pannello una serie di impronte.

Poi, a fine giornata, il pannello deve essere rimosso e sostituito con uno nuovo.

A questo punto, si rilevano le distanze fra le impronte lasciate dalla grandine, il loro numero, il diametro minimo e massimo dei chicchi.

Tutte le foto dei pannelli colpiti dalla grandine, se colorati in nero, mostrano delle macchie bianche.

Alla fine, le foto possono eventualmente essere digitalizzate con appositi software per la loro archiviazione nella banca dati.

La Grandine: come si misurano dimensioni e intensità
Il Grelimetro

La rete di grelimetri deve essere sufficientemente fitta (in modo simile a quanto avviene con le reti di pluviometri) data l’estrema variabilità della meteora.

Distribuzione della grandine in Italia

A conclusione di questo breve articolo è interessante osservare le statistiche relative all’anno 2018 fornite dall’Ania (Associazione Nazionale Italiana Assicurazioni) sulle colture colpite da grandine in Italia.

Non esistono statistiche sui danni alle infrastrutture.

Tuttavia, quelle riguardanti l’agricoltura possono dare ugualmente un’idea di quali sono le aree più colpite in Italia.

Nell’ordine, le prime dieci regioni più colpite nel nostro paese sono:

  1. Emilia-Romagna
  2. Lombardia
  3. Veneto
  4. Puglia
  5. Piemonte
  6. Trentino Alto Adige
  7. Basilicata
  8. Toscana
  9. Abruzzo
  10. Sicilia

Sovrapponendo la mappa della frequenza della grandine alla mappa della frequenza dei temporali sull’Italia, osserviamo che non esiste una perfetta coincidenza, che è quanto ci si potrebbe aspettare.

La grandine infatti, pur essendo presente in tutte le nubi temporalesche, non sempre cade al suolo. Del resto, sono solo i cumulonembi ad incudine a produrre grandine in grado di raggiungere il suolo con certezza.

Tali nubi possono svilupparsi oltre la tropopausa e raggiungere la bassa stratosfera e caratterizzano i temporali con i contrasti più violenti.

Stefano Nava