L’origine della grandine

L’origine della grandine – In questi articoli sulla grandine, cercherò di illustrare brevemente l’origine, la classificazione, gli strumenti di misura, le modalità di previsione ed infine alcuni casi di grandinate storiche che hanno interessato l’Italia.

Cos’è la grandine

Si definisce grandine qualsiasi precipitazione allo stato solido con diametro superiore ai 5 mm.

Essa ha per lo più forma sferica, ma sono documentati casi di chicchi di grandine di dimensioni anche notevoli e dalle forme più strane.

Alcune forme più comuni di chicchi di grandine (notare che un chicco non è completamente sferico, ma ha una piccola protuberanza). Fonte: Meteograndine.it

La grandine sempre presente nel temporale è una forma di precipitazione solida che si forma solo nel cumulonembo ad incudine.

In questa nube sono presenti particelle microscopiche in sospensione (come il pulviscolo atmosferico ad esempio) che ricoprono il ruolo di nuclei glaciogeni.

Questi attirano le goccioline di vapore che, grazie alle basse temperature, ghiacciano.

All’interno del cumulonembo, nello strato in cui la temperatura è compresa tra 0°C e -10°C coesistono cristalli di ghiaccio e goccioline sopra fuse (cioè liquide pur in ambiente sotto zero).

Fasi di formazione e accrescimento di un chicco di grandine

Di seguito, sono elencate le principali fasi di accrescimento di un chicco di grandine all’interno della nube temporalesca:

  1. Una goccia d’acqua è catturata dalle correnti ascendenti.
  2. L’umidità presente ghiaccia attorno alla goccia.
  3. Più diventa pesante il chicco più è spinto verso il basso.
  4. Le forti correnti ascensionali riportano in alto il chicco che continua nel frattempo ad accrescersi.
  5. Il chicco continua ad accrescersi e può assumere delle gibbosità per l’ulteriore ghiacciamento di gocce d’acqua.
  6. La forza di gravità è più forte della corrente ascendente e fa cadere il chicco nella parte “calda” della nube (temperature superiori a 0°C) per un’ultima volta ed infine al suolo (Fonte: condifesa.ra.it).

Una volta ingrossatosi, l’embrione scenderà verso la parte intermedia della nube, ove sono più abbondanti le goccioline sopra fuse.

Nel suo percorso discendente il chicco, essendo più veloce, catturerà tali goccioline provocandone l’istantaneo congelamento al contatto.

Tale fenomeno è detto crescita secca.

Quando le goccioline sopra fuse, invece si attaccano all’embrione cedono ad esso una parte del calore latente di solidificazione, poiché nel passaggio da acqua a ghiaccio si libera calore.

L’embrione perciò si riscalda giungendo a temperature prossime a 0°C, mentre nell’ambiente circostante possono aversi valori sui -15°C/-20°C.

Da questa fase in poi le goccioline sopra fuse ghiacciano solo parzialmente sull’embrione ed una certa quantità d’acqua viene reintrodotta nell’ambiente.

Questo secondo fenomeno è detto crescita bagnata.

Se le condizioni favorevoli sussistono i chicchi possono compiere diversi cicli di salita e discesa.

Tali processi comportano una struttura del chicco che se osservato in sezione appare come “a cipolla”, con strati di ghiaccio opachi e trasparenti.

In conclusione

Nonostante siano stati fatti dei passi in avanti, La grandine rimane ad oggi una meteora non ancora del tutto compresa per quanto riguarda la sua previsione sia nel tempo che nello spazio.

Stefano Nava