Meteo 4-5 Maggio 2019 e le ondate storiche di freddo tardivo, reggerà il confronto?

Meteo 4-5 Maggio 2019: ondate storiche di freddo tardivo, regge il confronto?

Meteo 4-5 Maggio 2019 – Osserviamo da alcuni run del modello di previsione GFS, un deciso ingresso dell’isoterma di -2 gradi a 850 hPa previsto nella notte tra Sabato e Domenica prossima.

Addirittura, sulla pianura emiliana, quella lombarda e basso-veneta, si potrebbero raggiungere i 3 gradi sotto zero!

Le ondate di freddo storiche tardo primaverili in Italia

Ed allora diventa inevitabile il parallelo con alcune ondate storiche di freddo tardivo.

Quella del 17 aprile 1991 per esempio, che fece registrare diversi episodi di neve in pianura.

Oppure quella del 6 maggio del 1861, rimasta negli annali per la celeberrima nevicata su Modena dove caddero ben 10 cm di neve al suolo.

Parallelismi tra le suddette ondate di freddo storiche e l’episodio previsto per il 4-5 Maggio 2019

Esistono parallelismi tra gli episodi storici del passato che portarono freddo e neve tardivi in Italia e la situazione prevista per il prossimo fine settimana?

Si, con riferimento proprio alle temperature previste alla quota di riferimento di 850 hPa (1450 mt).

Temperature che, secondo i modelli, potrebbero anche essere inferiori allo zero di qualche grado. In taluni casi addirittura inferiori rispetto ad alcuni dei suddetti episodi storici. E questo è un fatto.

Come’è stata possibile la neve in pianura a fine Aprile alle nostre latitudini?

Come è stato possibile che alle nostre latitudini, nell’aprile del 1991, si siano verificate importanti nevicate anche in pianura? Stante che le temperature a 850 Hpa, erano sì molto basse per il periodo, ma comunque di poco inferiori agli 0°C?

Innanzi tutto il gradiente termico che si venne a creare in un’area piuttosto ristretta per effetto dell’ingresso di aria molto fredda, causò la formazione di forti fenomeni convettivi.

Questi fenomeni termoconvettori, trascinando violentemente l’aria calda verso l’alto, causano il conseguente riversamento al suolo dell’aria fredda in quota.

La maggiore dinamicità tipica del periodo tardo primaverile e i forti contrasti termici accentuano il fenomeno dell’omotermia, accelerandone la formazione.

In simili condizioni infatti, l’aria fredda in quota si propaga molto più rapidamente e più efficacemente al suolo rispetto a quanto avviene normalmente durante il semestre invernale.

E dunque accade che la temperatura al suolo possa subire repentini cali, tali da rendere possibile brevi fenomeni nevosi.

Ciò spiega perché, i suddetti episodi di portata storica si verificarono in condizioni di zero termico ben più elevato rispetto a quanto avviene normalmente per le nevicate invernali in pianura.

Zero termico nella notte tra il 4 e il 5 Maggio

L’ultimo run del modello americano GFS, rincara la dose. Abbassa infatti ulteriormente di 200 mt lo zero termico previsto nel momento clou della sfuriata meteo del prossimo week-end.

Nella notte tra il 4 e il 5 Maggio, lo zero termico previsto sulla pianura padana si aggirerà intorno ai 1000 mt.

Se consideriamo che taluni dei citati episodi storici di neve tardiva in pianura si verificarono con temperature in quota anche più alte e con uno zero termico di 1.500 mt, la previsione sembrerebbe scontata.

In realtà questi fenomeni sono estremamente imprevedibili, rari e di breve durata. Certamente inferiore rispetto alle classiche nevicate invernali.

Data la dinamicità atmosferica e i contrasti termici previsti, non ci sentiamo di escludere fenomeni violenti. Si potrebbe rivedere la grandine, la gragnola o addirittura si potrebbero verificare episodi nevosi a quote molto basse.

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