Se anche il Fatto Quotidiano si dimenticasse dei fatti – Il Fatto no! Non ce lo doveva fare…
Avevamo individuato nel Fatto Quotidiano uno di quei giornali, secondo il nostro modesto parere, un po’ più indipendente e attento ai fatti rispetto a molti altri.
Ci è sempre sembrato un tantino più svincolato da quei potentati economici che hanno così tanto condizionato l’informazione, in questi ultimi decenni. Centri di potere che hanno di fatto dettato le linee editoriali dei principali organi di informazione.
E non è affatto detto che non sia così, anzi!
Ma la proverbiale attenzione del Fatto Quotidiano alla oggettività dei fatti citati nei propri articoli, almeno in questa occasione, parrebbe essere rovinosamente venuta meno.
Ma si è trattato di una Fake News?
Qualche giorno fa ci siamo imbattuti in un articolo di Luisella Costamagna dal titolo “Il Racket(e) dell’immigrazione“.
Iniziamo a leggere il pezzo con estremo interesse che fino ad un certo punto condividiamo ed apprezziamo non poco.
Specialmente quando si parla di una ragazza balzata in questi giorni agli onori della cronaca, certa Carola Rackete.
Ragazza “bianca, ricca e tedesca” famosa per aver forzato con la sua imbarcazione l’alt della marina militare italiane di fronte alle coste di Lampedusa.
Una ragazza di poco più che 30 anni, che invece di pensare alla nuova cover dell’iphone, come fanno gran parte delle sue coetanee, impegna il suo tempo salvando vite.
E fino qui, Luisella Costamagna è tutti noi (almeno noi della redazione)! Che apprezziamo moltissimo le persone che fanno seguire i FATTI alle parole, (condivisibili o no).
Un paese dove tutto è opinione e quindi opinabile
Il pezzo prosegue parlando di “un paese dove tutto è opinione e quindi opinabile, e dove la verità scompare“. Come darle torto, diremmo noi.
E poi ancora, rincarando la dose: “Eppure una verità c’è: basta grattare via propaganda e ignoranza e stare ai fatti“.
E qui emerge di nuovo la proverbiale dedizione dei giornalisti del Fatto alla oggettività dei fatti citati nei loro articoli, i quali – aggiungiamo noi – hanno la testa dura.
La Costamagna focalizza ora la sua attenzione sul tema dei migranti e in particolare sugli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali in materia di Diritto d’Asilo.
E qui, proviamo a fare una spunta di quanto si afferma nell’articolo per verificare che i fatti siano fatti (quantomeno fattibili dai).
Cosa scrive la Costamagna
“Le convenzioni e il diritto internazionali stabiliscono l’obbligo per ogni nave di salvare chi è in difficoltà in mare“. VERO “Dove portarli?”
“Secondo la Convenzione di Amburgo (1979) nel “porto sicuro” più vicino. Che non può essere la Libia, come attestato da Onu e Consiglio d’Europa, per le gravi violazioni dei diritti umani e la guerra civile“. VERO
“… Poi c’è Malta: con una superficie che è ¼ di quella di Roma, ha già accolto molto più di noi in rapporto alla popolazione“. VERO, Anche se non ci risulta che nelle convenzioni internazionali, si faccia riferimento alla superficie del paese in cui è situato il “porto sicuro” più vicino. Però va beh… Lasciamo stare.
E in fine la probabile supercazzola:
“… Né la Tunisia, non in regola con la protezione internazionale dei migranti (non ha firmato la Convenzione di Ginevra e non ha una legislazione completa sul diritto d’asilo) e a detta della stessa Farnesina esposta al rischio terrorismo, tant’è che lo stato d’emergenza decretato per gli attentati del 2015 vige ancora oggi. Non sono sicuri i turisti, possono esserlo i migranti?” SUPERCAZZOLA!
La Tunisia, non ha firmato la Convenzione di Ginevra? Bah… Noi siamo una piccola e modesta redazione, ma giureremmo di aver visto nella mappa delle nazioni che hanno aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati il territorio della Tunisia segnato in verde.
E così abbiamo controllato una seconda fonte per verificare che il nome della Tunisia comparisse tra i paesi firmatari della suddetta convenzione. E alla fine abbiamo scoperto che lo Statuto dei Rifugiati – Convenzione, Ginevra, 28 luglio 1951 è entrato in vigore in Tunisia il 20 marzo 1956.
Tunisia, terra di turismo o di terrorismo?
Secondo la Costamagna, a detta della stessa Farnesina, la Tunisia sarebbe esposta al rischio terrorismo. E allora? Ma che stai a dì! Per dirla alla romana.
In Francia ci sono stati 12 attentati in 3 anni con decine di morti. La Capitale Parigi è stata messa a ferro e fuoco da attentatori suicidi più di una volta! Ma di cosa stiamo parlando!
Quindi sarebbe per questo che i francesi respingono a suon di sprangate i migranti al confine con l’Italia? Perché il territorio della Francia non può essere considerato sicuro, visto che ci sono stati più attentati che in Tunisia?
E IN FINE LA CHICCA FINALE! “Non sono sicuri i turisti (in Tunisia), possono esserlo i migranti?”
Si riferisce per caso ai milioni di turisti spaparanzati al sole che ogni anno prendono d’assalto le spiagge della Tunisia? Tra cui il sottoscritto (che se ne è pure pentito peraltro, pessimo servizio…)?
Vogliamo forzatamente rimpatriare (per mancate condizioni di piena sicurezza) Crocetta? L’ex Governatore della Sicilia che in quella terra si gode la sua “meritata” pensione?
E meno male che aveva scritto: “una verità c’è: basta grattare via propaganda e ignoranza e stare ai fatti!”.
Nato a Brescia il 10 Aprile del 1972, unisce la sua passione per la programmazione informatica e il meteo sviluppando Meteo Drome, un sistema totalmente automatizzato in grado di comparare le previsioni dei principali siti meteo, misurandone il livello di accuratezza.