BUCO dell’OZONO 2020: sull’ARTICO i dati sono da RECORD!

Buco dell’Ozono 2020: sull'Artico i dati sono da record

Buco dell’ozono 2020: nel corso dell’ultimo mese, i dati satellitari sullo strato d’ozono rilevati nell’Artico, hanno mostrato una perdita record; vediamo insieme cosa ci dicono alcuni studi recenti, a tal proposito.

Prima di iniziare a spiegare cos’è successo nelle ultime settimane, cerchiamo però di capire perché è così importante l’ozono.

L’ozono, la cui composizione chimica è rappresentata dalla sigla O3, è una forma allotropica dell’ossigeno. Ciò significa che la sua molecola, tipicamente di colorazione blu, esiste in natura sotto diverse strutture.

In atmosfera, presente principalmente alle quote stratosferiche, si manifesta allo stato gassoso; il suo ruolo principale è quello di filtrare i raggi ultravioletti che giungono dal sole, assorbendo totalmente i raggi UV-C e al 90% quelli UV-B, dannosi per gli esseri viventi.

Circolando in atmosfera, l’ozono tende ad accumularsi prevalentemente in prossimità delle latitudini polari; per tale motivo è molto importante studiarne lo stato di salute, proprio a ridosso dei due poli terrestri.    

Buco dell’ozono, cos’è e come si forma?

Tale fenomeno non è altro che un assottigliamento dello strato d’ozono, causato dalla presenza di gas generati dall’attività antropica come i Clorofluorocarburi.

Perché se ne sente parlare quasi sempre con riferimento al Polo Sud?

Il motivo per cui si sente quasi sempre parlare del buco dell’ozono in Antartide è legato principalmente a dei fattori meteorologici.

Durante le relative stagioni invernali, il vortice polare è decisamente più intenso e compatto al Polo Sud; si raggiungono temperature mediamente inferiori ai -80°C, mentre i venti possono superare i 300 km/h nella bassa stratosfera. 

Tali valori atmosferici favoriscono la formazione delle Polar Stratospheric Clouds (PSC); si tratta in pratica di nubi stratosferiche che accentuano le reazioni chimiche dell’ozono con i gas che ne causano la distruzione: il Cloro e il Bromo (leggi questo articolo per approfondimenti) .

Al Polo Nord, invece, un’attività statisticamente meno intensa del Vortice Polare, limita tali condizioni meteorologiche, mantenendo quindi una concentrazione di ozono più elevata.

Le parole degli esperti: cos’è successo nelle ultime settimane?

Durante tutta la stagione invernale 2020, diversamente dal solito, il vortice polare Artico (Polo Nord) è risultato molto più intenso della media, facendo registrare addirittura dei valori record dell’AO Index superiori a +6; in tal modo, lungo la stratosfera al di sopra del Polo Nord, si sono venute a creare delle condizioni atmosferiche molto simili a quelle Antartiche, cosa questa estremamente rara.

Secondo uno studio scientifico appena pubblicato sulla rivista Nature, i dati rilevati al 23 Marzo 2020 segnalano una perdita di ozono del 90% ad un’altezza di 18 Km sopra il polo nord; questo valore, secondo il fisico dell’Atmosfera Marcus Rex, non è stato mai registrato prima d’ora nell’Artico.

Tale diminuzione ha accentuato il buco dell’ozono a tal punto da incrementare la sua estensione fino a circa 3 volte quella della Groenlandia. Sempre secondo Rex, tuttavia, la suddetta riduzione dello strato di ozono, data la sua collocazione, non è attualmente dannosa per l’uomo e anzi, ben presto tenderà a riassorbirsi.

Per Diego Loyola, del centro aerospaziale Tedesco, il buco sull’Artico quest’anno ha raggiunto un’estensione massima di quasi un milione di km quadrati.

Dal 14 Marzo i valori di ozono sono risultati inferiori alle 200 unità Dobson, soglia questa, al di sotto della quale si può parlare di apertura di una falla nello strato di ozono. Tuttavia, prosegue Loyola, ci si aspetta che il buco si chiuda nuovamente verso la metà di Aprile 2020.

Buco sull’Artico: si formò anche in passato

Non è la prima volta che si forma un buco dell’ozono sull’Artico. È già successo nel 1997 e nel 2011, ma quest’anno probabilmente raggiungerà dei valori record.

Ciò che dovrebbe far riflettere è che, a oltre 30 anni dall’introduzione del divieto di utilizzo delle sostanze responsabili della distruzione dell’ozono, tali gas influenzano ancora la circolazione atmosferica a causa del loro lunghissimo ciclo di “vita”.

Se vuoi tenerti sempre informato su quelli che saranno gli sviluppi futuri delle previsioni meteo, scarica l’APP totalmente gratuita ed innovativa di Meteo Drome!

A cura dello Staff di Meteo Drome